L’osteopatia è officialmente definita dall’OMS come parte integrante delle MCA (Medicine Complementari o Alternative).
Essa può intervenire in prima intenzione (nelle patologie non lesionali, principalmente), oppure in complemento della medicina convenzionale : parliamo allora di medicina integrativa, che associa i due tipi di approccio.
CASO CLINICO :
Roxanne è una cagna Fox-terrier di 11 anni, presentata per una zoppìa di sostegno persistente del posteriore sinistro da quattro giorni, in seguito a uno scatto un brutale. L’esame clinico mette in evidenza un segno del cassetto diretto e indiretto, caratteristico di una rottura del legamento crociato anteriore, associato a uno « scrocchio » del menisco alla mobilizzazione del grassetto sinistro.
La cagna ha già presentato la stessa patologia sul posteriore destro due mesi prima, e ha subito una chirurgia esploratrice e riparatrice per protesi del legamento crociato anteriore. Il recupero post-operatorio è stato lungo e laborioso, e interrotto da questo nuovo problema. La sua locomozione è quindi molto difficile al momento della visita, con un membro leso e l’altro non ancora ristabilito. È un animale definito ansioso dai proprietari, che presenta delle crisi di epilessia essenziale da due anni, più o meno regolate dalla somministrazione di Crisax.
In seguito al precedente intervento chirurgico, una serie ripetuta di crisi ha portato ad aumentare la posologia di questo farmaco.
In seguito alla discussione con i proprietari, lo schema terapeutico è stato il seguente :
– Osteopatia in un primo momento, per migliorare la biomeccanica generale dell’organismo : trattare le tensioni che hanno provocato le due rotture consecutive, e lasciare che il corpo si riorganizzi per una decina di giorni prima dell’atto chirurgico.
– Chirurgia per trattare la lesione articolare.
– Osteopatia, di nuovo, per correggere le tensioni non ancora regolate, e quelle legate all’intervento chirurgico e all’immobilizzazione post-operatoria.
Dieci giorni dopo la prima seduta, e prima dell’intervento, il lavoro sulla biomeccanica generale si sente :
– la mobilità è già migliorata, l’appoggio è più franco, la schiena meno arcata e la deambulazione più fluida ;
– la cagna sembra meno « stressata ».
Un mese dopo l’intervento, effettuiamo una seconda seduta di osteopatia. Il recupero è stato più rapido rispetto all’operazione del ginocchio destro, al momento del ritiro dei punti i suoi appoggi e la sua deambulazione sono normali. Due crisi di epilessia sono riportate all’anamnesi, ma molto meno violente.
La seconda seduta di osteopatia si svolge come la prima, con la correzione delle tensioni che implicano principalmente il cranio e il rachide (cervico-toracico e lombare, con una Forza di Trazione Midollare molto aumentata) così come gli arti posteriori, per mezzo di tecniche fasciali e tissutali.
Tre settimane dopo, Roxanne ha ripreso un’attività normale, perfino sportiva, e non ha presentato nuove crisi di epilessia.
Questo esempio mostra bene come si possano integrare i differenti approcci terapeutici, per ottimizzare i risultati di un intervento, renderlo più efficace, meno traumatico, e quindi apportare il miglior servizio terapeutico possibile al paziente, con un approccio più globale.